I pericoli del pensiero unico nel business

i pericoli del pensiero unico nel tuo business

I pericoli del pensiero unico nel business

 

In azienda si lavora molto e si investono parecchie energie nell’allineamento dei team. Allineamento di valori, obiettivi, comunicazione e intenti. Facilitando il lavoro dell’impresa, la velocita delle comunicazioni, l’avanzamento dei progetti, la ricerca di soluzioni e l’implementazione di nuove idee.

Tuttavia, c’è un aspetto da tenere in considerazione: il pericolo del così detto pensiero unico. 

Con il termine “pensiero unico” o groupthink (coniato dallo psicologo di Yale Irving Janis) si definisce quell’atteggiamento psicologico che assumono le persone quando sono profondamente coinvolte in un gruppo coeso, quando la spasmodica ricerca di unanimità da parte dei componenti, relega in secondo piano la capacità di valutare realisticamente le azioni alternative.

Il pensiero unico è il risultato della convergenza del pensiero intorno a una norma. Presente nelle dittature che hanno macchiato la Storia dell’Uomo, con le dovute proporzioni può annidarsi anche nei team e nelle aziende, con risultati disastrosi.

Soprattutto al giorno d’oggi, in una società imprevedibile e altamente volatile, pensare fuori dagli schemi fa la differenza fra la sopravvivenza o l’estinzione.

Tipicamente, il pensiero unico nasce dalle pressioni sociali del gruppo (azienda, team, partito politico, movimento idealista…) e dalla pressione di un leader fortemente autoritario.

Il pensiero unico nasce e si rinforza con la repressione delle opinioni discordanti, l’eliminazione delle idee difformi, in nome dell’omogeneità e dell’illusione di certezza.

Possiamo identificare i sintomi di questo atteggiamento in alcuni aspetti del clima aziendale:

  • Si crea l’illusione dell’invulnerabilità, il gruppo non può fallire;
  • I leader vengono isolati e protetti dalle evidenze negative;
  • I membri accettano soltanto i dati che confermano i loro assunti, si crea un’atmosfera di non contraddizione;
  • Coloro che manifestano opinioni divergenti vengono censurati, sottoposti a pressione diretta o ignorati;
  • Le alternative non vengono prese neppure in considerazione;
  • Chi non appartiene al gruppo viene denigrato, stereotipato o demonizzato;

Nel gruppo tutti sono allineati, tutti dicono le stesse cose e prendono a riferimento gli stessi dati, ignorano le medesime fonti, fino a quando la realtà irrompe in maniera prepotente.

Può capitare anche nelle aziende, quando il pensiero unico acceca l’obiettività si aprono gli occhi solo dopo un disastroso fallimento. Le organizzazioni più soggette sono quelle vaste e molto gerarchizzate Aziende con forte senso di appartenenza e una storia di eccellenza consolidata.

Per valutare se nella tua azienda (o team) rischiate di incorrere in questo pericolo è necessario analizzare molto bene il clima e notare se esistono alcune di queste caratteristiche ben definite.

Per prima cosa un certo isolamento del gruppo, una parziale (o totale) impermeabilità alle informazioni dall’esterno. Un’altissima aderenza alla “norma”. La conformità alle idee viene sempre prima di ogni altra questione, compresi la performance e i risultati.

Il leader non ammette il dissenso, non accetta idee o proposte che escano dagli schemi consolidati di ciò che si è sempre fatto. Le critiche vengono ricevute come un attacco al gruppo. Il dissenso è un nemico.

Alto stress in presenza di minacce esterne (proposte, critiche), con poca speranza di trovare una soluzione migliore rispetto a quella offerta dal leader.

Il linguaggio abituale utilizza principalmente frame ereditati dal contesto militare. “Attaccare la concorrenza”, “conquistare il mercato”, “sconfiggere…”, “difendersi…”, “acquisire posizioni…”, “trincerarsi…”, “depistare…”.

Il pensiero unico è un nemico terribile, perché si annida silenzioso nell’entusiasmo e coesione del team. Impedisce di valutare strategie differenti e rispondere prontamente alle crisi.

Ecco qualche suggerimento che puoi applicare al tuo team o alla tua azienda:

Cerca l’occasione di rapportarti a un gruppo più vasto nella presa delle decisioni. Ascolta l’opinione di tutti (ovviamente chi ha competenza in materia) e prendila in considerazione. Immagina con sincera curiosità di applicarla al vostro contesto, disegna e fatti raccontare gli scenari futuri, le opportunità e i punti deboli. Ricorda che prendere in considerazione non significa accettare.

Incentiva il leader a restare imparziale nelle discussioni e intervenire, con i propri commenti, dopo tutti gli altri. Preferibilmente le proposte vanno fatte dal più giovane membro del team, procedendo in ordine di anzianità, fino al leader. Puoi far scrivere separatamente e prima a ognuno la sua proposta e sottoporla al gruppo in un secondo momento.

Dividi in sottogruppi indipendenti con compiti diversi. Piccoli gruppi autonomi che abbiano strumenti e competenze per valutare il problema dal loro punto di vista. Incentiva il lavoro in piccoli team con un confronto finale sui punti elaborati da ognuno.

Utilizza l’intervento di esperti esterni, ascolta punti di vista di persone competenti, ma fuori dal vostro contesto.

Promuovi e sostieni il “critico” che rimette in discussione le idee del gruppo. Vivi, e fai vivere ai tuoi, la critica come un momento di crescita e confronto. Promuovi l’ascolto attivo. Ricorda, ancora una volta, che ascoltare e prendere in considerazione non significa accettare. Se non accetti un’idea spiega a chi l’ha proposta il perché, lasciandogli la possibilità di presentare ulteriori argomenti esplicativi. A ogni riunione o confronto prevedi un momento dedicato, per la presentazione di alternative.

Quando hai una strategia che ritenete molto forte e sicura, promuovi il “brainstorming paradossale”. Cioè impegna il team a pensare a tutti i modi in cui, tale strategia, può essere fatta fallire. Dopo di che, valuta attentamente, se le dinamiche elicitate sono presenti nel team o azienda.

Il pensiero unico costruisce una mentalità… unica, che tende ad affrontare i problemi e le crisi in una sola maniera. Una mentalità che prende informazioni sempre dagli stessi canali e negli stessi modi. Una mentalità che, in questa società multiculturale, imprevedibile, altamente specializzata e volatile, non può funzionare nel lungo termine.

Umberto Maggesi

Senior trainer soft skill Forma Mentis

Forma Mentis – segreteria@formamentis.it

 

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