Cambiare è difficile

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Cambiare è difficile

 

Nel corso della vita, sia professionale che privata, capita di dover cambiare. Uscire dai sentieri percorsi per molto tempo e avventurarsi su nuove strade (che siano relazioni, posizioni lavorative, strategie…).

Consideriamo che la mente umana non è fatta per il cambiamento… è capace… ma non è la sua condizione di base.

Perché?

Perché il nostro cervello si è evoluto principalmente per farci sopravvivere. I nostri progenitori, senza artigli, zanne, pelliccia… non erano competitivi rispetto alle altre specie. Il cervello è stata la risorsa che ha garantito (nel bene e nel male) di diventare la specie dominante del pianeta.

Come lo ha fatto?

Con due strategie che sono automatiche: risparmiando energia (sforzo) appena possibile e reiterando schemi (comportamenti) che funzionavano.

Il nostro progenitore, trovato un sentiero sicuro (privo di predatori e pericoli) per arrivare a una fonte d’acqua non si domandava se ci fossero altre strade più veloci o comode, ma continuava a percorrere quel sentiero che i padri (e  padri prima di loro) avevano percorso per generazioni.

Stesso discorso per le strategie di caccia. Se una determinata tattica garantiva il pasto, sarebbe stata reiterata senza porsi alternative.

Ancora oggi (chi più e chi meno) cambiamo sostanzialmente per due motivi:

 

1) la situazione che viviamo ci crea disagio

2) le strategie che utilizziamo da sempre non funzionano più

 

Difficile che, se qualcosa funziona e ci dà soddisfazione, la mettiamo in discussione per vedere se esiste una stratega migliore. Anzi è più facile trovare persone che rimangono in situazioni di disagio (quella relazione che non ci appaga… ma sempre meglio che restare soli, oppure quel posto di lavoro che non ci dà soddisfazione… ma almeno garantisce lo stipendio fisso). Come è più facile notare persone che continuano a reiterare schemi e strategie che non funzionano più perché… abbiamo fatto sempre così.

Cambiare non è facile, la resistenza è naturale. Questo è un tema molto sfidante nelle aziende, soprattutto al giorno d’oggi in una società altamente volatile che cambia il contesto velocemente.

Quindi?

Intanto portiamo l’attenzione al fatto che, se il cambiamento non è l’indole di default del nostro cervello, siamo capaci di cambiare. Nella Storia l’Umanità ha dovuto affrontare glaciazioni, guerre, epidemie, stravolgimenti sociali e naturali… ed è sopravvissuta.

Possiamo allenarci al cambiamento un passo alla volta, inserendo piccole variazioni alla nostra routine (ad esempio la strada per andare al lavoro, i negozi dove facciamo la spesa, le piccole routine con cui portiamo avanti le nostre faccende).

Che sia per te o per il tuo team, introduci gradualmente i cambiamenti, fai notare i vantaggi che i tuoi hanno ottenuto, esplicita i risultati positivi per il team e i singoli collaboratori. Portando il focus su questi aspetti riuscirai a motivarli molto di più.

Se hai un collaboratore che fa molta resistenza fagli notare come, il cambiamento sia una evoluzione di ciò che già facevate. Comincia dagli aspetti che ha in comune con il passato. Utilizza un linguaggio con termini come: proseguimento, miglioramento, implementazione…

Ricorda che la realtà non esiste è la narrazione che facciamo della situazione che disegna la realtà che ci è più utile.

 

Umberto Maggesi

Senior trainer soft skill Forma Mentis

Forma Mentis – segreteria@formamentis.it

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