Conflitti con i colleghi, stili personali di gestione

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Conflitti con i colleghi, stili personali di gestione

Quotidianamente abbiamo a che fare con piccoli e grandi conflitti. Sia in ambiente personale che in quello professionale. Mediare sul carico di lavoro. Ottenere quell’incarico. Convincere il team a seguire la tua idea per quel progetto. Ottenere un aumento, mediare per la gestione delle ferie…

Per quanto ci auguriamo una vita senza conflitti, è proprio da questi che possiamo conoscerci meglio e fare passi avanti sul nostro percorso personale. Naturalmente tutto ciò vale se sappiamo gestirli in maniera costruttiva, rispettando le altre persone, i loro sentimenti e bisogni.

Saper gestire al meglio i conflitti aiuta ad ampliare le tue risorse sociali, allenandoti (sì proprio come in palestra) a relazionarti in maniera assertiva. Col tempo costruirai relazioni di qualità basate su una comunicazione onesta ed efficace, stimolando l’interesse per i punti di vista degli altri. Inoltre, prenderai sempre più coscienza degli schemi inconsci che tendi a reiterare e che potrai modificare se non si rivelano utili.

Un ottimo modo per iniziare a gestire i conflitti è conoscere i diversi stili con cui le persone affrontano un conflitto. Per farlo ho trovato molto utile il Thomas-Killmann Conflict Mode. Tale modello prende in considerazione due parametri:

 

Il grado di assertività.

La capacità di cooperazione.

 

Da qui prendono il via cinque stili personali.  Ricorda comunque che le persone sono più complesse di quanto si può semplificare in uno schema. È possibile che ci siano persone che prendono aspetti da più stili, oppure che conformino il proprio a quello di chi gli sta di fronte.

Competitivo: È una modalità assertiva e poco collaborativa, orientata all’ottenimento del potere. In un ambito di competizione, l’individuo persegue i propri interessi a spese di un altro, usando qualsiasi forma di potere apparentemente necessaria per ottenere ciò che desidera. Lo spirito di competizione può implicare la difesa dei propri diritti, la difesa di una posizione che si ritiene corretta o semplicemente il desiderio di vittoria.

Collaborativo: In un contesto di collaborazione, l’individuo cerca di cooperare con l’altro per trovare una soluzione che possa soddisfare i bisogni di entrambe le parti. Implica l’approfondimento del problema al fine di identificare le questioni sottostanti percepite dai due individui e trovare un’alternativa in grado di soddisfare i bisogni di entrambi. La collaborazione tra due individui può assumere la forma di esplorazione del disaccordo in un tentativo di imparare l’uno dall’altro, di risoluzione di una condizione specifica altrimenti suscettibile di causare una competizione per le risorse, oppure di confronto e ricerca di una soluzione creativa a un problema interpersonale.

Di compromesso: Rappresenta una via di mezzo tra l’assertività e la collaborazione. Quando si cerca di giungere a un compromesso, l’obiettivo è quello di trovare un espediente, una soluzione reciprocamente accettabile che soddisfi parzialmente i bisogni di entrambe le parti. La ricerca di un compromesso rappresenta una via di mezzo tra la competizione e l’accomodamento, nel senso che si rinuncia un po’ di più rispetto a quando si compete, ma meno rispetto a quando si adotta un comportamento accomodante. Parimenti, il problema viene affrontato in modo più diretto rispetto all’elusione, ma non si arriva ad approfondirlo come con la collaborazione. Il compromesso può significare trovare un accordo a metà strada, fare delle concessioni reciproche oppure cercare una soluzione che rappresenti una via di mezzo.

Elusivo: Implica non essere assertivi né collaborativi. Quando si elude il problema, l’individuo non persegue immediatamente i propri interessi né quelli dell’altro. Piuttosto, evita il conflitto. L’elusione può assumere la forma di ignorare diplomaticamente un problema, posticiparlo fino a momenti più opportuni o semplicemente ritirarsi da una situazione minacciosa.

Accomodante: Un comportamento non affermativo ma collaborativo; è l’opposto della competizione. Quando adotta un comportamento accomodante, l’individuo tralascia i propri interessi per soddisfare quelli altrui. Questa modalità implica un aspetto di autosacrificio. L’accomodamento può assumere la forma di generosità o altruismo, di obbedienza alle richieste altrui anche quando non si è d’accordo, oppure l’arrendersi al punto di vista dell’altro.

Il primo passo è notare che tipo di stile prediligi nei conflitti. Se questo stile cambia al variare della persona con cui stai vivendo il conflitto e se funziona.

In ambito professionale il mantenimento di una buona relazione e la possibilità di lavorare in armonia, sono i parametri per giudicare se il tuo stile funziona o se ci sono aspetti da modificare.

Umberto Maggesi

Senior trainer soft skill Forma Mentis

Forma Mentis – segreteria@formamentis.it

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