La gestione emotiva sul lavoro

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La gestione emotiva sul lavoro

Lasciare a casa le emozioni.

Lasciare le emozioni fuori dalla porta dell’ufficio.

Non è possibile! Comincio subito con questa affermazione che potrebbe risultare apodittica se non fosse corroborata dalle ricerche scientifiche.

L’Uomo è un animale emozionale, razionalizzante! Cioè compie scelte e agisce comportamenti sull’onda emozionale e poi li razionalizza con ragionamenti ad hoc.

Questo vale per tutti e anche sul lavoro. Certamente compiamo scelte con un po’ di “sale in zucca”, valutando i pro e i contro, mettendo sul piatto della bilancia il miglior risultato possibile e il peggior disastro possibile. I più lungimiranti ascoltano anche le opinioni di altre persone, allargando così il punto di vista.

Tuttavia, le emozioni giocano un ruolo fondamentale nei nostri comportamenti e nelle nostre scelte, perché fanno parte di noi.

Nei corsi di gestione emotiva che teniamo in Forma Mentis sottolineiamo che al lavoro (così come nella vita) ci sono due sé stessi che agiscono, quella razionale e quello emozionale… di solito la vince il secondo.

Quindi se le emozioni non si possono lasciare a casa, fanno parte di noi, tanto vale approcciarle nella maniera più utile, quindi gestirle. Consiglio di partire da un assunto:

Le emozioni non sono buone o cattive, ma utili o meno in un determinato contesto.

La rabbia, ad esempio, è utile se qualcuno vuole “farci le scarpe”. Il risultato potrebbe essere di impegnarsi ancora di più nel lavoro per spuntarla, di ampliare le nostre skill per avere più chance di riuscita. Questo significa gestirla. Se il risultato è aspettare quel qualcuno nel parcheggio dell’azienda e prenderlo a male parole… ecco sarebbe qualcosa di davvero poco utile.

La gestione delle emozioni è argomento complesso che va declinato al temperamento di ognuno. È possibile già ora sfatare un altro mito, quello dello sfogo.

Diversi clienti mi dicono: “lascia che mi sfoghi, poi sono più tranquillo”. Quindi via libera ad alzare episodicamente i toni con colleghi, clienti o il capo… con i risultati che potete immaginare.

Inoltre, studi in neuroscienze (eseguiti con EEG elettroencefalografia) hanno dimostrato come, dopo il lieve picco di piacere che segue lo sfogo, lo stato emotivo peggiori. Inoltre, l’esercitare, anche se per breve tempo, l’emozione “setta” il nostro cervello facendoci vedere la realtà filtrata dall’emozione stessa.

Il discorso è simile per chi tende a reprimere le emozioni. Star zitto quando vorrebbe manifestare il suo disappunto. Evitare di intervenire a una riunione nonostante sia in disaccordo con quanto sta emergendo. Ogni volta che lo fa “insegna” al suo cervello che non c’è altra strada, filtra la realtà dal suo silenzioso disappunto.

Invece l’idea è appunto gestire le emozioni. Puoi fermarti e procrastinare l’azione (meglio una passeggiata per il cortile dell’azienda, piuttosto che inveire contro un collega) valutare i diversi comportamenti e le possibili conseguenze. Quindi scegliere opportunamente.

Facile?

Certo che no! Soprattutto per chi è abituato a dire tutto quello che gli passa per la testa (o a tacere ed evitare ogni tipo di scontro), oppure a manifestare liberamente ogni emozione in ogni contesto.

Inizia ad allenarti con piccole situazioni che investono poca energia emotiva. Prendi il controllo della tua mente e scegli come reagire all’emozione. Procrastina e blocca il primo comportamento automatico, fai qualcosa che ti dia tempo per pensare e valuta i comportamenti alternativi che hai a disposizione. Se, fra il tuo gruppo dei pari, hai persone di cui ti fidi, dagli il permesso di farti notare le volte che ricadi nel comportamento scorretto.

Le ricerche dicono che chi sa gestire le emozioni viene percepito come più professionale, incrementa il proprio carisma e ha più probabilità di fare carriera.

Umberto Maggesi

Senior trainer soft skill Forma Mentis

Forma Mentis – segreteria@formamentis.it

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